Il
referendum è uno strumento di esercizio della sovranità popolare, sancita all’articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana, e l’esito referendario è una fonte del diritto primaria che vincola i legislatori al rispetto della volontà del popolo. Sono quattro le tipologie di
referendum contemplate dalla Costituzione italiana:
il referendum abrogativo di leggi e atti aventi forza di legge,
quello sulle leggi costituzionali e di revisione costituzionale,
quello riguardante la fusione di regioni esistenti o la creazione di nuove regioni,
quello riguardante il passaggio da una Regione ad un’altra di Province o Comuni.
Il referendum abrogativo di leggi e atti aventi forza di legge (articolo 75) si utilizza come soluzione per abolire una legge già esistente o parte di questa.
Il 12 e 13 giugno 2011 i cittadini italiani sono chiamati ad esprimere il proprio voto su 4 quesiti referendari.
L’elettore, per votare, deve esibire al presidente del seggio la tessera elettorale ed un documento di riconoscimento.
L’elettore riceve da un componente del seggio 4 schede di diverso colore:
Il voto “SI”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di abrogare la normativa richiamata dal quesito referendario.
Il voto “NO”, tracciato sulla scheda, indica la volontà di mantenere la vigente normativa richiamata dal quesito referendario.
È importante – il 12 e 13 giugno – raggiungere il quorum del 50% + 1 degli aventi diritto e scegliere il SI a tutti i quesiti.
È un voto che può porre alcuni limiti a un modello di sviluppo insostenibile, che ignora i costi ambientali, sociali e i beni comuni.
Un successo dei SI al Referendum costringerebbe la politica – sia del governo che dell’opposizione – a fare i conti con la volontà dei cittadini. L’impegno delle mobilitazioni sociali non si limiterebbe a manifestazioni finora inascoltate, ma cancellerebbe alcune delle peggiori leggi introdotte dal governo.
Referendum popolare n. 1 – SCHEDA DI COLORE ROSSO
“Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?”.
Si deve votare SÌ se si è contro la privatizzazione dell’acqua e contro la gestione dei servizi idrici da parte di privati.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale.
Quesito n. 2 – referendum acqua pubblica – abrogazione calcolo tariffa secondo logiche di “mercato”
Referendum popolare n. 2 – SCHEDA DI COLORE GIALLO
“Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?”.
Nota: Il secondo quesito sulla privatizzazione dell’
acqua pubblica riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene proposta una abrogazione parziale della norma.
Si deve votare SÌ se si è contro la norma che permettere il profitto (non il recupero dei costi di gestione e di investimento, ma il guadagno d’impresa) nell’erogazione del bene Acqua potabile.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che ammette tale guadagno.
Quesito n. 3 – referendum energia nucleare
Referendum popolare n. 3 – SCHEDA DI COLORE GRIGIO
“Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?”.
Nota: Lungo e articolato il quesito referendario per abrogare la norma per la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”. Si tratta di una parte del decreto legge recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge “con modificazioni” il 6 agosto dello stesso anno. Anche questo quesito è stato presentato dall’Idv.
Si deve votare SÌ se si è contro la costruzione di Centrali Nucleari in Italia.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che le prevede.
Quesito n. 4 – referendum legittimo impedimento
Referendum popolare n. 4 – SCHEDA DI COLORE VERDE CHIARO
“Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonchè l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante “disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?”.
Nota: Questo quesito, per abrogare la legge sul legittimo impedimento, è quello dalle possibili ripercussioni politiche più forti. A proporre il referendum è stata l’Italia dei Valori. Dopo la dichiarazione di parziale incostituzionale della legge sul legittimo impedimento, la Corte di Cassazione ha autorizzato, con ordinanza, lo svolgimento del referendum.
Si deve votare SÌ se si è contrari al principio che Presidente del consiglio o ministro possano decidere di non comparire in tribunale nei processi che li riguardano.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che prevede questo “scudo” nei confronti del sistema giudiziario.
SI VOTA
Domenica 12 giugno 2011, dalle 8:00 alle 22:00
e
Lunedì 13 giugno 2011, dalle 7:00 alle 15:00.